Nell’ambito delle attività di ricerca in Antartide, la nave dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) “Laura Bassi” – l’unica rompighiaccio italiana in grado di operare nei mari polari – si è aggiudicata un record mondiale assoluto, inoltrandosi in un sito inesplorato della Baia delle Balene, nel Mare di Ross, fino al punto più meridionale mai toccato da un’imbarcazione, alla latitudine di 78° 44.280’ S.
Qui, i ricercatori e i tecnici a bordo hanno potuto effettuare i campionamenti previsti nel quadro del progetto BIOCLEVER (Biophysical coupling structuring the larval and juvenile fish community of the Ross Sea continental shelf: a multidisciplinary approach), coordinato dall’Istituto di Scienze Polari del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISP-CNR) e realizzato grazie anche alla collaborazione dell’osservatorio marino MORSea dell’Università Parthenope di Napoli.
I primi risultati ottenuti dallo studio dei parametri fisici dell’acqua hanno confermato l’importanza dei dati raccolti per la comprensione della dinamica delle correnti nel Mare di Ross, mentre l’analisi del materiale prelevato ha messo in luce un’elevata densità di stadi larvali e giovanili di specie ittiche, evidenziando la presenza di alcune varietà raramente osservate in quella zona, nonché di una grande quantità di alghe unicellulari: elementi, questi, che incoraggiano verso ulteriori ricerche.
Il record conquistato dalla “Laura Bassi” è stato raggiunto durante la prima delle due campagne oceanografiche previste nell’ambito della trentottesima spedizione del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e coordinato dall’ENEA, per la pianificazione logistica, dal CNR per la programmazione scientifica.
La missione della rompighiaccio nel continente bianco ha presoavvio il 5 gennaio, quando la nave ha lasciato il porto di Lyttelton per dirigersi verso la Stazione Mario Zucchelli e il Mare di Ross. Il suo lungo viaggio in vista della meta antartica era però cominciato già il 17 novembre scorso, quando l’imbarcazione era partita da Trieste per raggiungere il porto di Ravenna e da lì intraprendere una navigazione di circa 40 giorni alla volta della Nuova Zelanda. Il suo rientro a Lyttelton è previsto per il 6 marzo, mentre quello in Italia è atteso per la seconda metà di aprile 2023.