Esplorare la struttura del cosmo a frequenze ultra-basse è l’obiettivo del progetto The Ultra-Low Frequency Universe, che si è aggiudicato 2 milioni di euro nell’ambito del bando Consolidator Grant 2022, promosso dallo European Research Council (ERC).
Il vincitore della sovvenzione è Francesco De Gasperin, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), il quale condurrà le attività di ricerca – in qualità di responsabile scientifico – presso l’Istituto di radioastronomia dell’INAF, a Bologna. Il finanziamento ottenuto consentirà di assumere studenti di dottorato, ricercatori e sviluppatori software, nonché di acquistare i supercomputer necessari per l’elaborazione e l’analisi dei dati.
“La domanda a cui risponderemo con questo progetto è: come sarebbe il cielo se i nostri occhi potessero osservare non più la radiazione elettromagnetica alle lunghezze d’onda di qualche centinaio di nanometri – ovvero la luce visibile – ma alle lunghezze d’onda di vari metri, ossia le onde radio?”, ha spiegato il giovane studioso. Le motivazioni scientifiche alla base del progetto, in effetti, si spingono ben oltre la semplice curiosità. Come ha illustrato sempre De Gasperin: “Osservare il cielo a bassissime frequenze, ovvero a grandi lunghezze d’onda, ci permette di vedere l’effetto a lungo termine che i getti dei buchi neri supermassicci hanno sull’ambiente circostante o anche come viene gradualmente dissipata l’enorme quantità di energia rilasciata durante lo scontro tra ammassi di galassie”.
Per indagare il cosmo nelle onde radio, il progetto si avvarrà di Low Frequency Array (LOFAR): il più esteso radiotelescopio operante alle frequenze più basse osservabili dalla Terra. A differenza di strumenti a parabola singola, LOFAR è una rete di sensori multiuso, con un’innovativa infrastruttura informatica, in grado di gestire volumi di dati estremamente grandi. In particolare, l’avanzato telescopio sarà utilizzato per scandagliare gran parte del cielo nell’emisfero settentrionale, captando segnali con frequenze di qualche decina di MHz, fino ai limiti osservativi imposti dalla ionosfera.