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Energia: partita la progettazione di DEMO, la prima centrale dimostrativa a fusione

Produrre in modo sicuro e sostenibile, intorno alla metà del secolo, 300-500 MW di energia elettrica, in grado di soddisfare i consumi annuali di circa 1 milione e mezzo di famiglie. Con questo ambizioso obiettivo ha preso avvio la progettazione ingegneristica di DEMO, la prima centrale dimostrativa a fusione.

L’annuncio è stato dato dal Consorzio EUROFusion durante l’evento di lancio di Horizon Eurofusion: il nuovo programma europeo di ricerca sulla fusione cofinanziato dalla Commissione Europea tramite Euratom.

Al consorzio EUROFusion, dedicato allo sviluppo della fusione nucleare, partecipano 21 organizzazioni italiane coordinate dall’ENEA, tra cui l’Istituto per la Scienza e Tecnologia dei Plasmi del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-ISTP) e il Consorzio RFX, i cui soci sono il CNR, l’ENEA, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), l’Università degli Studi di Padova e le Acciaierie Venete.

DEMO (Demonstration Fusion Power Reactor) sarà il successore dell’impianto sperimentale ITER, attualmente in costruzione nel sud della Francia, a Cadarache. Il suo compito sarà quello di dimostrare le tecnologie necessarie per generare, attraverso la fusione nucleare, energia elettrica in modo sicuro e affidabile.

“Si tratta di un passo importante che traghetterà la ricerca sulla fusione da un ambito puramente sperimentale alla produzione vera e propria di energia elettrica. Per farlo DEMO dovrà adottare le più avanzate tecnologie per ‘controllare’ il plasma e generare elettricità in modo sicuro e continuo operando con un ciclo del combustibile chiuso”, ha sottolineato Alessandro Dodaro, direttore del Dipartimento ENEA di Fusione e tecnologie per la sicurezza nucleare. “A questo scopo, stiamo realizzando, con i nostri partner, il super laboratorio Divertor Tokamak Test (DTT) presso il Centro Ricerche di Frascati. Qui testeremo nuove e diverse configurazioni e materiali per il divertore, il dispositivo che avrà il compito di smaltire il calore residuo all’interno dei reattori a fusione con flussi di potenza superiori a 10 milioni di Watt per metro quadrato, confrontabili a quelli della superficie del Sole”, ha aggiunto Dodaro.

“Questo passo conferma la roadmap europea che si pone come scopo la produzione di energia elettrica da reazioni di fusione”, ha spiegato Daniela Farina, direttrice dell’Istituto per la scienza e tecnologia dei plasmi del CNR. “Per conseguire questo obiettivo con successo è importante che la ricerca della comunità scientifica prosegua attivamente sui temi scientifici e tecnologici tuttora aperti in un’ottica più ampia possibile, sui quali il CNR sta lavorando in sinergia con gli altri enti e istituzioni italiani e nel quadro di una straordinaria collaborazione mondiale. È uno sforzo globale che non può attuarsi senza un sostegno convinto nel lungo termine”.

“La decisione di sviluppare il progetto di DEMO, un reattore a fusione dimostrativo in Europa, è il naturale sviluppo del costante impegno europeo, da sempre all’avanguardia a livello globale, nella promozione della ricerca di risorse energetiche a basso impatto ambientale di cui la fusione dell’idrogeno rappresenta uno degli ingredienti del paniere di fonti rinnovabili ed eco-sostenibili”, ha sottolineato Piergiorgio Sonato, presidente del Consorzio RFX. “Il Consorzio RFX ospita a Padova, presso l’Area di Ricerca del Cnr, oltre all’esperimento RFX-mod che è una delle infrastrutture di ricerca ad alta priorità come definito nel PNIR 2021-27 (Piano Nazionale delle Infrastrutture di Ricerca Italiane), il laboratorio di sviluppo degli iniettori di particelle neutre per ITER, NBTF-Neutral Beam Test Facility; rappresenta l’elemento indispensabile per accendere e controllare la reazione di fusione dell’idrogeno nel reattore ITER in fase di installazione a Cadarache, in Francia, e a cui contribuiscono Cina, Corea del Sud, India, Giappone, Russia, Stati Uniti d’America e Unione Europea” ha concluso Sonato.

Con la ricerca sulla fusione gli scienziati puntano a replicare quelle reazioni nucleari che avvengono nel Sole e nelle altre stelle, con un rilascio di enormi quantità di energia, per la produzione di energia elettrica su larga scala, sicura, a costi competitivi e nel rispetto dell’ambiente. In termini di resa, a parità di quantità, la fusione genererà circa 4 milioni di volte più energia rispetto a quella prodotta bruciando carbone, petrolio o gas.

Pagina web di EUROfusion

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