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Spazio, rientra in atmosfera il Telescopio AGILE dopo una missione da record di 17 anni

Blue planet Earth. Spacecraft launch into space. Elements of this image furnished by NASA.

Dopo 17 anni di attività nello spazio, il satellite scientifico per le alte energie AGILE (Astrorivelatore Gamma a Immagini LEggero) è rientrato in atmosfera. AGILE, realizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) con il contributo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), di università e di aziende come OHB Italia, Thales Alenia Space, Rheinmetall e Telespazio, ha rappresentato un programma spaziale unico e di enorme successo nel panorama delle attività spaziali italiane. Il suo compito, in particolare, è stato quello di trovare sorgenti cosmiche tra le più energetiche dell’Universo che emettono raggi gamma e raggi X.  

In oltre 87.200 orbite intorno alla Terra, AGILE ha monitorato il cielo osservando una grande varietà di sorgenti di raggi gamma galattiche ed extra galattiche, evidenziandone i cambiamenti molto rapidi, frequenti episodi di emissione di raggi X e gamma provenienti da stelle di neutroni, resti di esplosioni di Supernovae e buchi neri. I dati che il satellite ha ricavato da queste osservazioni sono poi stati trasmessi a Malindi, nel Kenya, dove sono stati recepiti dalla stazione del Centro spaziale Luigi Broglio dell’ASI. Successivamente, i dati sono stati ritrasmessi al Centro di controllo di Telespazio, per poi arrivare all’ASI Space Science Data Center (SSDC) di Roma, responsabile di tutte le operazioni scientifiche. 

Tra le principali scoperte scientifiche del satellite si menziona la prima individuazione delle sorgenti di raggi cosmici galattici nei resti di Supernovae. Inoltre il satellite ha fornito una mappatura dell’intera Galassia molto dettagliata e ha studiato centinaia di sorgenti galattiche ed extra-galattiche. Tali scoperte hanno permesso di produrre una vasta produzione scientifica comprendente più di 800 riferimenti bibliografici, di cui 160 articoli con referaggio e 12 cataloghi di missione pubblicati fino a gennaio 2024. 

Il presidente dell’ASI, Teodoro Valente, ha considerato questa una missione “da record” non solo per la durata di quasi 17 anni in orbita, ma anche per gli importanti risultati scientifici ottenuti e per il lavoro di interpretazione dei dati svolto dalla comunità scientifica nazionale. 

Con il rientro in atmosfera di AGILE si chiude la fase operativa in orbita ma se ne apre un’altra di intenso lavoro sull’archivio dei tanti dati accumulati che può riservare ancora sorprese. Chi ha avuto la fortuna di “dialogare” con AGILE nel corso degli anni, lo ha considerato come una sorta di “amico” spaziale, sempre pronto, sempre all’erta, sempre capace di scandagliare l’Universo”, ha aggiunto Marco Tavani, presidente dell’INAF. 

AGILE è stata davvero una missione di successo, un piccolo satellite che ha fatto una grande scienza”, ha concluso Antonio Zoccoli, presidente dell’INFN. L’Istituto di Fisica Nucleare ha infatti fornito un prezioso contributo a questo progetto realizzando il tracciatore al silicio-tungsteno del Gamma Ray Imaging Detector, cuore del principale rivelatore di AGILE.Questa esperienza ha dimostrato quanto la collaborazione tra la fisica delle particelle e l’astrofisica delle alte energie sia produttiva e porti a grandi risultati.

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