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Terremoti: sviluppato un nuovo metodo per stimare rapidamente i danni agli edifici

Stimare in modo rapido i danni strutturali attesi sugli edifici, in caso di terremoto, rappresenta una sfida cruciale per la nostra sicurezza. Un aiuto in tal senso arriva dal nuovo approccio Damage Assessment for Rapid Response (DARR), sviluppato dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS) e dall’Università degli Studi di Trieste. I risultati sono stati recentemente pubblicati sulla rivista internazionale Seismological Research Letters.

In particolare, DARR consente di “calcolare lo spostamento relativo indotto dal terremoto, cioè quello tra la base e la parte alta dell’edificio e, in base a questo, valutare se il terremoto ha causato danni strutturali con potenziali conseguenze per gli occupanti”, come ha spiegato Stefano Parolai, docente di geofisica della terra solida dell’Università degli studi di Trieste e ricercatore associato dell’OGS.

Per applicare il metodo messo a punto dai ricercatori è necessario registrare il sisma all’interno o nelle vicinanze delle costruzioni, attraverso accelerometri. Poiché in Italia sono ancora scarse le registrazioni di terremoti, in particolare quelle in edifici danneggiati, gli scienziati hanno testato il nuovo approccio su otto terremoti registrati in Italia nordorientale e centrale dal 2012 al 2021. Sono stati presi in esame edifici di varie tipologie – per altezza, età, materiali di costruzione, forma ed altri aspetti – sotto diversi input, ossia con differente magnitudo, distanza dall’epicentro e frequenza sismica.

“In tutti i casi considerati, il nostro metodo ha correttamente identificato la condizione degli edifici dopo il sisma, sia in presenza sia in assenza di danno”, ha illustrato la ricercatrice dell’OGS Bojana Petrovic, specificando come l’unica registrazione disponibile, tra quelle esaminate, per una costruzione danneggiata sia quella relativa alla prima scossa della sequenza avvenuta il 24 agosto 2016 nell’Italia centrale che ha causato danni strutturali alla scuola di Visso, nelle Marche.

Come suggeriscono i risultati dello studio, il nuovo metodo potrebbe essere applicato in altre aree soggette a terremoti, supportando una migliore gestione dell’emergenza in seguito a eventi di questa tipologia.

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