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Beni culturali, dal CNR le copie in 3D di un frammento del Colosso di Costantino

Tecnologie sviluppate in ambito sanitario per la produzione di dispositivi medici personalizzati possono essere efficacemente trasferite al settore dei beni culturali. È quanto dimostra un progetto realizzato dai ricercatori dell’Istituto di Cristallografia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IC-CNR), che hanno utilizzato tecniche di reverse engineering e stampa 3D – nate per la biomedicina – per realizzare le copie di un frammento di dito della mano del Colosso di Costantino, esposto in bronzo ai Musei Capitolini. Le copie in 3D vanno a integrare i calchi in gesso dei resti dell’imponente scultura bronzea romana, realizzati nel secolo scorso e conservati al Museo della Civiltà Romana.

Fino al 2018 la mano esposta ai Musei Capitolini era priva di una falange. In quell’anno, il pezzo è stato ricomposto con un frammento di dito in bronzo conservato al Louvre che si era scoperto essere il dito indice del Colosso. Una volta ricostruiti i frammenti delle opere originali, è stato necessario integrare i calchi in gesso conservati al Museo della Civiltà Romana. Nel 2022 è stato quindi stipulato un accordo tra il CNR e la Sovrintendenza Capitolina che prevedeva l’utilizzo di metodiche applicate in campo clinico allo studio e alla conservazione dei beni culturali.

“La copia in vetroresina del dito, donata al Sovrintendente, è stata scansionata dai ricercatori dell’Università di Warwick”, ha spiegato Fabrizio Clemente, dell’IC-CNR di Napoli, responsabile dell’accordo di collaborazione. “Successivamente, grazie alla sponsorizzazione della Fondazione Santobono Pausilipon, presso la sede dell’Istituto di cristallografia di Napoli sono state riprodotte diverse copie del frammento con stampanti 3D con tecnica FDM (Fused Deposition Modeling) in PLA (acido polilattico), alto circa 40 cm, che i restauratori di Zetema – azienda strumentale di Roma Capitale per i beni culturali – hanno reso compatibili con i due calchi in gesso conservati al Museo della Civiltà Romana”, ha concluso il ricercatore.

Un primo manufatto è stato collegato alla copia della statua in gesso che è stata in mostra a Varsavia fino a ottobre 2023. Un secondo è stato collegato alla riproduzione della statua in gesso color bronzo che è stata esposta fino al 10 dicembre 2023 a Tokyo e successivamente a Fukuoka.

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